Archive for urbex

Cementificio

Una gloria del passato che ci ha abbandonato, simbolo della rivoluzione industriale e ,sopratutto, della cementificazione selvaggia italiana.
Ricordo quando ci passavo davanti da ragazzo, una valanga di camion che entravano e uscivano dai cancelloni carichi di premiscelati per costruire chissà quali potenti strutture.
Un incessante andirivieni di persone che vivenano e ruotavano dentro e fuori dal cementificio.
Poi arriva il 2008, la crisi dell’edilizia… il silenzio totale. Le ciminiere smettono di fumare, le bianche polveri spariscono, i camion prendono altre strade, i polmoni ringraziano, la gente si dispera per un altro lavoro sparito…

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gita alla KaBoom!!!!!!

Questa volta siamo andati a vedere una exfabbrica di prodotti esplodenti, una delle più vecchie in Italia. Al suo interno è rimasto ben poco del suo passato. solo qualche macchinario qua e la, forse nemmeno riferiti alla produzione. Il sito è enorme e non riusciamo nemmeno a visitarlo tutto ma è sicuramente frequentato in quanto troviamo avonque pallini da softair e un sacco di graffiti di qualità. Per lo meno è stata una buona occasione per ritrovare vecchi amici e di farne nuovi.

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Visita alla cartiera

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Questo luogo lo reputo fra i più affascinanti che ho visitato fin’ora e quando qualcuno mi chiede cosa visitare lo mando qui, a colpo sicuro. Fin dall’arrivo sul sito si respira la storia industriale della mia terra, l’alta ciminiera in mattoni, visibile pure dall’autostrada adiacente, svetta indomita nel paesaggio facendo da segnaposto naturale. Dopo aver parcheggiato nei pressi del complesso entriamo senza alcuna difficoltà nella fabbrica. Devo ammettere che la vastità degli spazi è soffocante…chissà quali macchinari e quante merci erano stoccate qui…..

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Un nido di colonne ci fa capire che la vera lavorazione con macchinari doveva avvenire al piano superiore. La zona che mi affascina ed adoro di più è quella che contiene i vecchi bollitori per la canapa e gli stracci; enormi palle arrugginite azionate da ingranaggi altrettanto grandi…mi immagino poche persone che lavoravano qui dentro, tra gas venefici e un inverno che non poteva mai entrare per il caldo sempre presente.

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Continuando la perlustrazione, incontriamo varie scalinate che ci portano al piano superiore ove possiamo trovare i resti del laboratorio chimico per le analisi del prodotto finito (credo) e quel che resta degli uffici. Innumerevoli corridoi si diramano in ogni dove per riportarci comunque al punto di partenza. E’ tutto collegato come in un semplice labirinto. Era proprio funzionale. I graffiti, di notevole fattura, sparsi un po’ ovunque ci tengono compagnia….non voglio rubare altro tempo…il silenzio….il tempo…

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La cartiera del M.

Il conte Antonio M. acquista la cartiera del M. , appartenuta in passato anche a Giuseppe M., padre di Guglielmo. Dal 1873 l’opificio produce carta dai residui della canapa e dagli stracci. Il nuovo proprietario, sulla base di un progetto dell’ingegnere Alfredo E., riedifica dalle fondamenta lo stabilimento con macchinari moderni e aumenta notevolmente la produzione, anche dal punto di vista qualitativo. Alla fine del secolo un nuovo proprietario, Cesare R., lo destina alla fabbricazione di carta velina per sigarette. Nel 1919 la cartiera verrà unita assieme a un’altra , nella società Cartiere del M. e di B. Il principale artefice del grande sviluppo della società sarà Ettore M.: le carte per sigarette saranno tra le più ricercate in Europa tra gli anni Venti e gli anni Cinquanta. Lo storico stabilimento del M chiuderà nel 2008, dopo 135 anni di attività.

Oculus, la fabbrica dell’alcool e del bioetanolo

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Dopo aver esplorato  i miei ricordi d’infanzia ho iniziato a cercare nuove mete. Questo posto fa parte del nostro richissimo patrimonio industriale ed orgoglio nazionale….o almeno tanto tempo fa. Questa fabbrica era una delle maggior produttrici di bioetanolo a livello europeo. Il Bioetanolo era ed è ricavato dallo scarto della lavorazione della barbabietola da zucchero e si usa tutt’oggi come combustibile bio per autotrazione. Inoltre producevano alcool etilico per la produzione di liquori. I clienti di questa azienda erano ditte del calibro della Motta, Alemagna, Bauli, ecc… Alla chiusura, che arriva nel 2007,contava ben 42 dipendenti ma si dice che nei tempi d’oro ne contassi quasi 80.

Dopo estenuanti ricerche in rete per scovare questo gioiello industriale dismesso riusciamo a reperire le coordinate geografiche e decidiamo di organizzare la spedizione. Per questa meta arrivano amici persino dalle Marche. Dopo una bella colazione ci rechiamo al varco d’ingresso, non ufficiale ovviamente. Un  buco attraverso il muro di cinta della fabbrica. Al suo interno notiamo che la vegetazione si è reimpossessata di quasi tutta l’area. Tre cose mi colpiscono subito l’ occhio: la prima è l’altissima struttura torroidale in cemento armato con centinaia di finestre(suppongo che contenesse le spire tubolari per far evaporare e raccogliere l’acool grezzo), la seconda sono le immense cisterne che servivano a distillare l’alcool (credo, non è che conosco benissimo il processo), la terza il livello di furto che hanno commesso in questa area, oltre ad aver spolpato il solito rame qui hanno pure rubato,praticando enormi tagli, l’acciaio delle cisterne. Forse è dopo questo furto che hanno deciso di mettere un guardiano che “at capocchiam” gira per il sito, ed è proprio lui che ha (poco) gentilmente consigliato al gruppo di ripercorrere a ritroso la strada fatta è di andarcene…..pazienza…. qualche bello scatto ce lo siamo portati a casa. Ora vi lascio alle foto …gallery…

Aquazzurra

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Ecco…qui mi scende la lacrima!!!! Non tanto perchè ero giovane, bello e magro 🙂 ma perchè ho passato svariate estati a sguazzare dentro questo spettacolare acquaparco sorto a due passi dall’aeroporto di bologna. Di questo posto i ricordi spuntano come funghi a inizio stagione… dal grappoli al passare ore senza che nulla riaffiori. Mi ricordo che qui provai l’ebrezza della fuga da scuola, fare il pirla  facendo dei gran freni a mano nel parcheggione….mi concentro….strizzo gli occhi fino a veder i puntini bianchi…ricordo….ecco….ricordo il vociare che si sentiva dal parcheggio appena spegnevi auto e autoradio, ricordo la torre che svettava dal parcheggio, ricordo l’odore del cloro che ti colpiva il naso con la stessa forza di un manrovescio che mi tirava mia mamma quando la facevo incazzare davvero… ricordo… ricordo… ah ecco… ricordo le onde della piscina gigante e la leggenda delle lamette attaccate con la ciccles (chewingum per gli stanieri) dentro gli scivoli coi tubi… buio… ricordo… ricordo un cazzo… ricordo il torrente che col suo fare calmo e placido ti trasportava a cavallo di ciambelloni attorno all’aquazzurra, ricordo il kamikaze che solo i più impavidi osavano fare…  ricordo che finalmente riuscivo a vedere l’amica stragnocca in costume che a seguito di una scivolata nei tubi riemergeva dall’acqua col costume ovunque fuorchè dove doveva stare e noi felici per mesi (mica c’era internet). Ho un ricordo vivo, chiaro, proprio come se vosse ora. Avevo il Carlino in mano sulla pagina della cronaca. CHIUSO. Aquazzurra CHIUSO. Un pugno in faccia… dimenticato negli anni… anni… anni… anni… poi un cavolo di telefilm ci gira una scena dentro…. Cos’è sto posto da sballo, lo devo scoprire, ci devo andare, cerca su internet, bestemmie e parolaccie escono in coppie finchè non si trovano dispari… la semplicita nelle parole di mia moglie… “Amore è l’aquazzurra”. Due mesi dopo ci sono andato. Una lacrima di cloro mi ha rigato la faccia. Questo è quello che rimane.

Ps. C’è un custode che molto carinamente e dolcemente con badile e bestemmie ci ha accompagnato fuori.

P.P.s Avevo appena acquistato un fisheye quindi…. fisheye mania

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L’inizio…la funivia di San Luca

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Ora ho aggiornato quasi tutte le sezioni del blog con i mei scatti, mancano solo quelle di urbex. Con quale iniziare….sicuramente col la prima escursione che ho fatto con amici fotografi. Tutto, credo, sia iniziato da qui…dalla exfunivia di San Luca. Mi ricordo che da bimbo non vedevo l’ora di andare a trovare uno zio che abitava a Casalecchio perchè sulla via del ritorno potevo vedere dapprima il possente pilone che sorreggeva la metà campata della funivia.In seguito la casa da dove partivano le cabine piene di persone che si recavano festanti a salvare l’anima presso il santuario di Bologna. Tutto nella mia fantasia in quanto erano rimaste solo le strutture in cemento in quanto nel lontano 1976, il 7 novembre per l’esattezza, la funivia cessò di funzionare per sempre. La situazione di oggi è moooolto diversa, La casetta di partenza è stata trasformata in una palazzina residenziale, il pilone è ancora li al suo posto erto e fiero raggiungibile attraversando un po’ di campi e qualche rovo. L’arrivo della funivia invece….. guardate le immagini …gallery…

Una nuova avventura 22 settembre 2015

leonardobertinelli-e1442949546942(foto by Silvia Morigi)

Come iniziare un’avventura?? Semplicemente muovendo il primo passo verso di essa. Banale vero? Ogni mattina ci alziamo e iniziamo sempre una avventura e non sappiamo mai come possa terminare; la mia giornata ad esempio volge al termine con la creazione inaspettata di questo mio blog. Perchè lo faccio??? Sicuramente per condividere con amici vicini e lontani la mia più grande passione, la fotografia URBEX. Per chi non la conoscesse l’urbex è la scoperta, l’esplorazione e la documentazione fotografica di posti abbandonati. Urbex è l’acronimo di URBan EXplorer e si dice che sia nato circa 3 secoli fa quando un leggendario “esploratore” delle Catacombe di Parigi, Philibert Aspairt, divenne celebre per la sua morte prematura in quella vasta rete di gallerie sotterranee in cui si era smarrito. La recente notorietà è comunque arrivata dal piccolo schermo da programmi tv tipo  Urban Explorers® su Discovery Channel™ oppure Cities of the Underworl su The History Channel™ (fonte wikipedia). Personalmente ho sempre amato l’esplorazione di “ruderi” e negli ultimi anni ho conosciuto tantissime persone con la mia stessa passione tramite facebook, persone che si sono concretizzate in carne ed ossa dal web tra i quali qualcuno è proprio diventato amico fidato oltre che compagno di frequenti escursioni. Insieme a Simone Nanetti gestiamo un sito, lostphoto.net , ove si possono vedere le nostre escursioni e ove è possibile inserire articoli da chiunque. Ovviamente Urbex 😉 .

 

P.s. esiste qualche regola non scritta fra gli Urbex; non si scassina nulla, si entra solo se la “porta” è aperta e non si porta via nulla. Non siamo ladri.

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